Nel linguaggio comune, spesso per fretta espressiva, confondiamo Realtà con Verità.
La Realtà è materica, opaca, una roccia per fare un esempio; la Verità invece è la sintesi tra Realtà e parola, le parole che la descrivono, che la raccontano, la ricordano: questa è la Verità.
La parola però ha un dovere importante nei riguardi della Verità e cioè le parole per dire la Verità sulla Realtà devono essere le parole giuste, adeguate. Per questo alla fine la Verità, pur nascendo dentro ciascuno, è per tutti. In questo senso la Verità è un progetto di condivisione perché si presta a essere condivisa. La tenacia con cui si ricerca è speranza di condivisione.
La Realtà grezza senza le parole giuste che la trasformano in Verità fa nascere le guerre, mentre la Verità tende a costruire la pace, ma è fatica. Questo vale nella Storia grande dei popoli, degli Stati, ecc., ma vale anche nella Storia piccola (si fa per dire), quella individuale.
Occorre tempo e pazienza per costruire Verità pacificanti nell’animo nostro.
Ma che cosa ce ne facciamo di questa pace? Beh, la pacificazione serve alla sicurezza, nella pace c’è una certa sicurezza.
Chi con addosso un bel po’ di anni e la fortuna d’essere ancora al mondo, ce lo può raccontare cosa vuol dire uscire di casa, andare a scuola e non essere sicuri di poter rientrare perché c’è la guerra con i suoi bombardamenti; vedere uscire di casa il padre e non avere la garanzia di rivederlo: questa è la guerra. Ma anche le guerre interne all’animo nostro hanno bisogno di pacificazione.
Attenzione, la pace non da la felicità! Come dicevo la pace dona sicurezza, la felicità viceversa è misteriosa, non ce la da nessuno, ci arriva addosso. Qualcosa d’improvviso che ci passa davanti e se c’è abbastanza quiete nel nostro animo possiamo anche accorgercene ed agguantarla. Se abbiamo ragionevole competenza di pacificazione e di sicurezza prima o poi misteriosamente arriva la felicità, che non è garantita, né lo sarà mai, mentre la sicurezza dev’esserlo.
Questo è il senso della Storia.
La Storia ha bisogno di senso, cioè di significati condivisibili, dalla cerchia più strettamente personale a quella più ampia di quelli che incontriamo sul nostro cammino.