– “Attenzione a non pretenderne troppa di ragione”.
Mi spiego meglio.
Alle volte ci capita di non tenere conto a sufficienza che emozioni come l’allegria, la gioia sono leggere. Noi siamo allegri, ma se dovesse arrivare ad esempio una scossa di terremoto addio allegria, no? Diversamente, emozioni negative come angoscia e collera hanno un peso, e tutto ciò che ha peso ha una sua inerzia, la quale fa continuare per un certo tempo il movimento di la dalla “botta” che l’ha provocato.
Se al biliardo noi colpiamo il pallino, la botta è lì: boom!, ma il pallino ne percorre di strada per inerzia; arriva alla sponda poi torna indietro, magari fa in tempo a colpire altre palle prima di fermare il suo movimento.
Qualcosa del genere accade anche alle persone in presa diretta con i loro “moti interiori”.
Mentre la gioia e l’allegria sono cose leggere, profonde ma leggere come una piuma, e quindi se cambia il vento può cambiare in fretta anche il loro “verso”…in altre parole siamo capaci di allegria, ma se ci capita qualcosa per cui è richiesta una lacrima, c’è poco da ridere! Viceversa non è così per le emozioni a carattere negativo che hanno un loro peso; il peso è inerziale cioè dura dopo la botta che l’ha generato. Come il pallino sul tavolo del biliardo di cui poco prima facevo l’esempio, appunto.
In questo senso mi capita di far notare al paziente che racconta con infervoramento di un litigio o incomprensione di cui magari può avere anche ragione di lamentarsi con l’altro/a, sostenendo che non ha senso il giorno dopo far finta di niente. Sì, può essere opportuno riprenderlo fuori proprio perché qualcosa invece è accaduto. Tuttavia faccio notare perlomeno un rischio (senza ovviamente presentarlo con alcuna certezza), ossia che egli pretenda troppo presto di chiarire e alla svelta quel malumore provocato dal diverbio del giorno prima, in modo da non farlo durare. Ragionevole se è un desiderio, ma se pretesa allora il rischio è che non se ne ottenga l’effetto sperato.