Mah… superare Freud è così possibile che ha cominciato lui stesso a farlo.
Nella stanza dove lavoro c’è una vetrinetta, all’interno della quale sono poggiati 11 volumi. Il secondo volume già supera il primo, il terzo supera il secondo e così via. Naturalmente questo “superarsi” era veloce nei primi anni, tant’è che, se guardiamo le date di quei volumi dell’Opera Omnia di Freud stampigliate sul dorso, vediamo che solo negli ultimi anni, diciamo, ha scritto di meno, o meglio ha cambiato di meno perché a quel punto insomma ne aveva già fatta abbastanza di strada.
Lui ha sistematicamente superato se stesso, salvo poi alla fine dire: “Andate avanti voi”.
Perciò superare Freud è possibile, anzi auspicabile. Ma l’elemento insuperabile che dura attraverso i tempi e anche a certi analfabeti che non hanno mai letto un gran che riguardo a lui… critiche come queste: “Freud è superato, figuriamoci adesso.. gli psicoanalisti poi che ci mettono degli anni a curare le persone” si basano spesso su conoscenze limitate.
Anche Galileo ha superato la visione tolemaica. Il firmamento, si chiama ancora così no, perché sta fermo. Copernico comincia a matematizzare, a vedere le cose in anticipo su quello che si può vedere con gli occhi; Galileo servendosi del telescopio scopre una cosa incredibile, altroché “firmamento”! Intorno al pianeta Giove ci sono dei satellitini che gli fanno il girotondo intorno. Questa scoperta che risale al 1610 fu di fondamentale importanza per l’imporsi della teoria copernicana del moto planetario. Lo ricordiamo, secondo la cosmologia aristotelica vi era un unico centro del moto (la Terra), attorno al quale ruotavano tutti corpi celesti. Il fatto che anche Giove possedesse dei satelliti, cioè che fosse anch’esso un centro del moto, se non era una conferma della teoria copernicana, confutava tuttavia quella tolemaica.
Anche adesso se noi facessimo un referendum – adesso c’è la mania dei referendum no? – con questa domanda al mondo intero: “ Tu pensi che la Terra sia al centro dell’universo e il cielo le ruota intorno, o viceversa, pensi che la Terra sia una trottola che gira intorno a sua volta al sole, che poi ecc. …?”, credo si scoprirebbe che ancora oggi una buona parte del mondo non è galileiana quanto ancora tolemaica. Allo stesso modo, ci sono degli studiosi, studenti, psichiatri che possono anche leggere ma non si danno la briga di entrare nella struttura, nella filosofia del metodo freudiano e così tirano fuori dichiarazioni del tipo: “Il complesso Edipico sì…allora come facciamo con le coppie omosessuali?”
Mah, le coppie omosessuali – benedette anche loro purché sappiano amarsi – intanto si legano comunque due personalità troppo tra loro simili, reciprocamente identiche come identica la loro dotazione genitale anatomica. Dunque, perché si costituisca una coppia degna del nome omosessuale occorre di là dalla identicità anatomica che ci sia una differenziazione delle funzioni.
A questo punto, altra punzecchiatina: “Ma come fanno a educare un bambino se sono due donne o se sono due uomini, omosessuali maschi?” Questa è una domanda assolutamente ingenua in quanto le coppie omosessuali hanno comunque una differenziazione interiore psicologica che è quella a contare.
Non ci si innamora dell’identico, ci s’innamora del complementare. Anche nella coppia omosessuale ognuno dei due termini, che si tratti di due donne o di due uomini, possono garantirsi reciprocamente: “Amore mio ti do quello che a te manca, tu mi dai quello che manca a me”.
Quanto al tirar su dei bambini – a parte il fatto che non è detto che gli orfani di madre o di padre che crescono con un genitore unico chiamato a svolgere entrambe le funzioni, siano esposti a rischi per questa ragione – nella coppia omosessuale uno dei due ha prevalenti inclinazioni maternali: tenerezza, dolcezza, consolazione, comprensione ecc., e l’altro/a ha prevalenti connotazioni paternali.
In che cosa sta la differenza delle specializzazioni? La mamma è mammella e dunque tenerezza, dolcezza, nutrimento, calore, ecc.; il papà dunque cosa fa se è dello stesso sesso? Beh, la funzione paterna in una coppia omosessuale femminile viene svolta dall’altra persona che ha competenze di forza, coraggio, e sicurezza.
La mamma ripeto è la mammella, e la funzione paterna invece è quella che indipendentemente dal sesso di chi la esercita è fatta così: “Oh, guardatelo bene questo bambino/a, è il mio bambino/a; chi oserà torcergli anche solo un capello avrà a che vedersela con me”. E questa forza protettiva capace di opporsi ai pericoli del mondo grande non è una caratteristica sessuale o esclusivamente sessuale. Sì, di solito è così, ma la funzione paterna può essere svolta anche da una madre, così come la funzione materna può essere svolta anche da un padre.
Sono delle baggianate queste che vengono proclamate in giro sul superamento di Freud e che questi era adatto alla Vienna del primo ‘900, e basta. Sciocchezze!
Può anche essere che una coppia omosessuale abbia qualche difficoltà in più, sì è possibile, ma non è che le coppie eterosessuali possano vantare poi migliori garanzie di capacità parentale. Ne vedo tanti di genitori che non hanno svolto bene la loro funzione.
C’è un esempio drammatico del nostro tempo, si riferisce al FEMMINICIDIO, a proposito se il complesso di Edipo serva o non serva a spiegare delle cose, ecc. .
Intanto osserviamo una cosa non trascurabile, che nel nostro Paese, mica in Talebania, ogni tre giorni c’è (anzi ultimamente anche più di frequente) un maschietto che ammazza la sua femminuccia che gli ha detto: “Guarda, basta così, io ti voglio lasciare”. Uno ogni tre giorni!
Quante sono simmetricamente le femminucce che in un anno, in questo stesso Paese ammazzano il loro marito o compagno che si è rivolto a loro dicendo: “Ti lascio, non ti amo più”, quante sono? C’è n’è una, quando dall’altra parte sono cento. Insomma, la femmina di homo sapiens è assassina un centesimo rispetto ai maschietti.
Quando poi questa femmina si sbarazza dell’incomodo marito con l’aiuto del nuovo amante, gallina beccami se sui giornali, ancora oggi non troviamo scritto: “Gli amanti diabolici…”, come se dall’altra parte…insomma è “diabolica” la femmina quando ammazza, il maschio no. Ciononostante, lasciando perdere questo argomento, ce n’è un altro. Cosa dice il prossimo femminicida sulla scena stessa dell’omicidio?
– “No cara, io non posso vivere senza di te perciò tu non mi puoi lasciare, assolutamente.”
Tant’è che poi anche lì su un giornalismo da quattro soldi si parla di “tragedie amorose”. Eh no, sono tragedie queste dove l’amore ha un’altra connotazione, insomma. Vero è che uno su cinque dei maschi assassini femminicidi delle loro donne, ruotata la pistola di 180gradi si spara e si fa fuori, dando testimonianza che era proprio vero che lui non sapeva vivere senza la sua compagna. Il che vuol dire che prendeva alla lettera, non come metafora… proviamo a pensare, cosa farebbe a una madre un neonato, bizzarramente capace di usare un pugnale o una pistola, che gli facesse capire: “Io ti lascio qui solo e me ne vado!”, eh, cosa farebbe quel neonato? Ucciderebbe la madre.
Quindi il femminicida è un “neonato” incapace di vivere senza la mamma, che si vendica senza saperlo, uccidendo realmente la propria “madre” ritenuta “cattiva”.
Pertanto, il complesso Edipico, cioè il fatto che ogni maschietto s’innamora e vuole “sposare” la propria mamma e non può sopportare ch’ella lo lasci; dall’altra ogni femminuccia s’innamora del proprio papà… ma qui possiamo rilevare una differenza importante tra i due bambini, il maschio e la femmina. Il primo amore, ma proprio amore, anima e corpo di tutti i maschietti è un amore eterosessuale: eh sì, la mamma! Diversamente, il primo amore per tutte le femminucce è un amore omosessuale. Questo dovrebbe bastare a togliere all’omosessualità la patente mostruosa di faccenda anti umana.
Senza Freud, dico senza Freud, le coppie omosessuali non avrebbero ancora trovato un certo grado di legittimazione (che non è comunque ancora compiuta); proprio grazie a lui l’Eros acquista una complessità storica che va oltre la biologia, per investire la psicologia.
E così non c’è il maschile ed il femminile l’uno contro l’altro armati, poiché da Freud in avanti sappiamo d’essere più maschi che femmine noi maschietti, più femmine che maschi noi femminucce.
Insomma, bisogna leggerlo Freud, bisogna studiarlo e meglio ancora praticarlo.
Che poi egli fosse anche figlio del suo tempo, voglio vedere come si fa a non esser figli del proprio tempo, solo che c’è chi riesce ad andare molto più avanti e c’è chi invece torna indietro, rispetto al proprio tempo.
In ultima battuta, si può dire che è anche in virtù di Freud e della sua talking cure (cura attraverso la parola), che le donne hanno alzato la testa e gli uomini hanno abbassato la loro violenza.
Alla prossima.
P.S. Altro piccolo omaggio alla bellezza di uno dei miei ultimi maestri.