-“La memoria è madre dei ricordi.”
Non è solo una metafora è che i ricordi per incidersi e iscriversi nella memoria, per poter successivamente essere richiamati anche a enormi distanze, hanno necessità di essere raccontati; così come per imparare una poesia a memoria bisogna ripeterla, ripeterla, ripeterla. E dunque sì, perchè i ricordi si iscrivano in modo da essere rievocati a distanza anche notevole, occorre che qualcuno ce li abbia chiesti.
-“Raccontami bambino mio, racconta, racconta, racconta…”
Se e quando questa funzione non viene svolta da chi di dovere, e qui soprattutto sono le madri che poi dal fruttivendolo, incontrando altre madri, incrociano i rispettivi ricordi dei rispettivi bambini… se questi tessuti narrativi non furono sufficientemente coltivati, diventa poi più complesso ricordarli a distanza, come l’elenco dei compagni di classe delle elementari o delle medie, ad esempio.
Il Pascoli ha diversi testi poetici collegati con ricordi scolastici, ve la ricordate “L’aquilone”?
Poesie del genere insomma, ce le facevano imparare a memoria e lì per lì era probabilmente una rottura di scatole; tuttavia siam contenti poi se ci ritroviamo in tasca, con sorpresa – mica lo sappiamo perché e come – piccoli tesoretti di memorie poetiche. Dice mio nipote che non fanno più imparare i testi a memoria, o quasi niente: che peccato!; quando soprattutto testi meritevoli, aiutano a mantenere tra le altre cose, la memoria e il ritmo della nostra lingua che è, per inciso, la più bella del mondo.