In effetti una psicoterapia è anche questo: un risveglio dei sensi affettivi.
Quando sento dire da un paziente: “Dottore, io da lungo tempo mi sento come un elettrodomestico guasto, che non può permettersi altro che funzionare in stand by (intendendo, appena appena acceso) …” sapete in cosa e perché ha diritto a essere perdonata questa metafora meccanica? Perché spesso si usa dire “meccanismi di difesa”, “meccanismi dell’angoscia”, “meccanismo del diabete”, “meccanismo della frattura” per spiegare un certo tipo di funzionamento; dunque il negativo sopporta d’essere meccanizzato poiché ad esso si applica la ripetitività scientifica, la prevedibilità delle cose.
Se viceversa, provassimo a dire: “Ma che meccanismo attiva la gioia.. o meccanismo la felicità.. o meccanismo della poesia.. meccanismo della bellezza?” beh, diciamo la verità, l’aggettivo, il sostantivo, striderebbero. Perciò la parola “meccanismo stand by” dell’elettrodomestico ci sta bene come metafora proprio perché, sì insomma, è presente un meccanismo di blocco.
Questo poi, mi suggerisce una vecchia idea, molto semplificata, ma per me almeno persuasiva, e cioè che il determinismo meccanicistico, ossia l’obbligo meccanico sia legittimo quando usato nel versante della sofferenza, della malattia. Diversamente, “meccanismo della felicità” è semplicemente una contraddizione in termini poiché se la felicità fosse meccanica non sarebbe più felicità. Da quest’altra parte, del bene, del bello, del giusto, del poetico, del creativo, ecc. non ci sta la meccanica, quanto invece vien buona una discreta quota di mistero.
Il pensiero laico, mi ha detto persona che se ne intende, ha fatto una coglionata da due/tre secoli a questa parte, lasciando il “mistero” ai preti e alle chiese. E’ bene sapere, mi ha ripetuto spesso, che esiste anche un uso laico del mistero che è un orizzonte irraggiungibile; tu cammini cammini, ma per bella fortuna l’orizzonte rimbalza sempre in avanti, almeno finché siamo vivi. Questo ci garantisce contro i rischi dell’abuso deterministico laddove anche gli psicoanalisti qua e là sono inciampati.